Ammesso che un Dio esista
Sapessi riconoscere quale Dio
Si giocherebbe l’anima al posto mio
Gli mostrerei il confine tra paura e dignità
E queste mani fradice di sangue e stenti
Avessi ancora lacrime, cuore mio
Momenti di rammarico… fantasie
Lo porterei nei luoghi dove neanche la pietà
Avrebbe tanto stomaco da farne un pianto
Da quale inverno… quale spina
Da quale inverno… quale pena
Da quale inverno… quale mano da quale addio
Rinascerò
Riuscissi solo a togliere agli occhi miei
Almeno l’abitudine alla follia
E a questo orrore inutile
Gli chiederei parole per piegare la realtà
In cento, mille pagine e poi… più niente
Da quale inverno… quale spina
Da quale inverno… quale pena
Da quale inverno… quale mano da quale addio
Mi salverò
Ma qui non è più vivere
Ma qui non è più esistere in questo inferno
Dimentichiamo cosa siamo davvero
Cosa siamo per davvero
Da quale inverno
(chi sei – e non ci troverà) … quale spina
Da quale inverno… quale pena
Da quale inverno (chi sei) … quale mano
Da quale addio (ammesso che ci sia)
Da quale inverno… quale spina (chi sei)
Da quale inferno rinascerò