L’Uomo nell’Alto Castello
L'uomo nell'alto castello
Ha il calice in mano e brinda al potere
Nella sala deserta, con gli occhi socchiusi
Rincorre l'eco dei propri pensieri
Al collo ha una testa di scimmia
E un anello nell'indice destro
Che un tempo lontano
Appartenne anche a un Papa
Indica il sole nel quadro sul muro
E ricorda tutti quegli uomini
Pronti a guardare al suo dito
E a non andare al di là di quel muro
Di molti non ha mai saputo il nome
Di altri ne è stato il padrone
Di tutti ha disposto il destino
Ma in nome di cosa ormai non importa
Perché il calice è vuoto
E il castello abbandonato
Anche oggi è scampato al veleno
Spacciato dai servi per vino
L'uomo nell'alto castello
È stanco e il sonno gli preme
Dal cuore fino alla nuca
Come le braccia di un polipo immenso
Sa che cadrà prigioniero
Non ci sarà pietà alcuna
Per il custode
Dei mille segreti
Si alza a fatica e alla finestra
Guarda la valle un tempo ai suoi piedi
Vorrebbe volare su tutto quel regno
Dove anche il re a lui s'inchinava
Dove non c'era prete o generale
Che non temesse il suo nome
La dove il brivido e il favore
Erano cappi alla sua corda
Ma la corda ormai è marcita
E il pugno trema come una foglia
Ora c'è solo un vecchio nell'alto castello
L'uomo nell'alto castello
Leva il calice e brinda nel vuoto
E con un ghigno da diavolo
Urla al silenzio e poi s'asciuga una lacrima