Solo

Giuseppe Pellicanò

Ah, yeah
Mikecheck
Pell
Yeah, ah, yeah
Questa non è musica, per me è letteratura
Scendo col durag dal gulag, sparo botte di cultura
Duratura, si spera, parte di storia futura
Dura a censura o ad abiura, buca mattoni e le mura
Questa non è musica, per me è letteratura
Scendo col durag dal gulag, sparo già dalla caduta
La mia penna versa sangue, scrive robe di rottura
Mentre fuori il mondo crolla, io sono in fase di stesura
Poco mi importa se quel che dico non ti cattura
Continua a guardare in tele qualche naufrago in Honduras
O chiuditi nel cesso a farti video mezza nuda
Ormai è uno show, come Truman
Miglior attore, Paul Newman
Sull' SS Jonica sogno una meta tropical
La mia Calabria attonita, bulimica, ci vomita
Dai stronza fa qualcosa, non restare catatonica
Questa realtà ricorda la caverna platonica
Brutto quando tira aria pesante
Metti maschere e vai via distante
Donnie Brasco, Santo Trafficante
A volte il fine è molto più importante
Resto solo io e la mia musica
Solo a scrivere crudità
A svuotare la mia testa ormai è l'unica
Solo, come Tom Hanks sull'isola
Un mare di musica frivola
Mi inciterà ad incidere la mia migliore lirica
Solo, perché uno come me è così che merita
Fanculo questa grande e falsa recita
Fu ieri, seduto col mio Giuda a tavola
Che dissi: "In verità vi dico, uno di voi mi tradirà"
Quanto dai? Quanto pretendi?
Prendi tempo, ma poi non lo rendi
Cos'è che cerchi? La fama o i mezzi?
Scrivi pezzi, ma da testi assenti
Mi son trovato perso in una strada, era notte
Perso tra santi, vermi, allibratori e mignotte
Con la Mole che mi osserva, mi inginocchio alla morte
Perché queste fitte, troppe, poi mandano in fissa forte
Mi son trovato perso in una strada, era notte
Con parole nella testa che facevano a botte
Ogni volta aprivo bocca, poi ne uscivano a flotte
Fino a mirare in fronte a chi mi apriva le porte
Poi pentimenti che arrivano lenti
A volte troppo tardi, che manco li aspetti
Poi sentimenti piano piano spenti
Ma sti ragionamenti non dovrei farli a venti
Certe pratiche sadiche, poi soggette a critiche
Mi lasciano fasce monocromatiche nell'iride
Certe puttane luride le vedo meno nitide
Mentre le cicatrici su di me sono sempre vivide
Dici te, fratello devi rimaner vigile
Eludere le vipere, ridurre le visite
Ormai nel cuore mio c'è solo spazio per le liriche
E saranno poi quest'ultime a rendere me invincibile
Perso troppo, però ho appreso in tempo
Anche se perdi treni, poi ci arrivi lo stesso
Ammetto, non mi importa proprio niente più adesso
Voglio solo sapere l'ora del mio decesso
Così, vestito bene, premerò al meglio il grilletto
E con alla caviglia un blocco di cemento
Annegherò nel punto più profondo dello Stretto

Curiosidades sobre la música Solo del Pell

¿Quién compuso la canción “Solo” de Pell?
La canción “Solo” de Pell fue compuesta por Giuseppe Pellicanò.

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