Jedi

Non lo sapevo,
quando sono nato che m'avrebbe abbandonato anche il cielo.
Come un criceto,
dentro questa gabbia a coltivare questa rabbia verso il mondo intero.

Chiedimi di me e ti parlerò di un altro,
tanto posso anche mentire, te lo ricordavi Armando?
Non importa ciò che dico che alla fine non mi ascolti.
Sono l'anima vagante a cui hai stroncato i sogni.

E poi chiedimi di te, che non hai mai fatto sconti.
Che ne sai tu del dolore che ho subito certe notti.
Mentre tu spari fango su di me e non ci pensi,
la mia vita è una scenografia che sta cadendo a pezzi.

E questo è un inno a tutta quella gente come me,
che alza sù il bicchiere e brinda al padre che non c'è.

E non lo sapevo,
quando sono nato che m'avrebbe abbandonato anche il cielo.
Come un criceto,
dentro questa gabbia a coltivare questa rabbia verso il mondo intero.

Metà della mia vita l'ho passata quì con te,
sai è difficile parlare con qualcuno che non c'è.
E la metà restante, che Dio ti benedica,
l'ho passata contemplando un modo per farla finita.

Ho cercato di colmare la tua assenza con la gente
alla stregua di persone travestite da serpente.
Abbattuto si, ma non mi hai sconfitto.
Mi rialzo a testa alta, spalle larghe, vado avanti e tiro dritto.

E cambierò tutto quanto
quando ti avrò quì al mio fianco.
La vita diverrà un incanto,
se non mi ucciderà il tabbacco.

E non lo sapevo,
quando sono nato che m'avrebbe abbandonato anche il cielo.
Come un criceto,
dentro questa gabbia a coltivare questa rabbia verso il mondo intero.

Come un guerriero Jedi ho fatto appello alla mia forza,
lottando come un pazzo per scappare dalla forca.
La vedi dentro me questa enorme spaccatura,
segno di quegli anni appresso a questa mia disavventura.

Lo sai non penso di essere un esempio per nessuno.
Ho sbagliato, si l'ho fatto, quanti amici che ho deluso.
Mi tolgono il saluto. Mi credono un illuso.
Tu pecora sopra sto colle ed io resto il lupo.

In realtà non ho molto da dire, d'ora in poi
chi vuole può restare, chi no... quella è la porta.